Il car pooling nasce come forma autonoma di organizzazione per la condivisione dello stesso viaggio tra persone utilizzando un unico veicolo. Nel tempo questa forma di mobilità sporadica e non strutturata si diffonde e si organizza attraverso piattaforme tecnologiche. Il car pooling diventa così un volano per la riduzione della congestione del traffico, per la riduzione dell’inquinamento da CO2 e altre polveri sottili.
Attualmente le modalità più diffuse di car pooling sono due: la prima riguarda il tragitto casa-lavoro tra dipendenti di una stessa azienda, spesso organizzato direttamente dalla stessa azienda, la seconda riguarda i viaggi occasionali per utenti non appartenenti a categorie ben definite, né logicamente né territorialmente.
Il car pooling nasce spinto dalla leva del risparmio economico per un viaggio, sino a diventare strumento per ridurre l’impatto ambientale degli spostamenti, sia quotidiani che sporadici, riducendo il numero dei veicoli circolanti si ottiene un miglioramento della qualità dell’aria e dell’ambiente, con benefici positivi che ricadono su tutto il territorio. Per coinvolgere e diffondere una cultura attiva di salvaguardia dell’ambiente gli utenti, le amministrazioni e le aziende hanno bisogno di dotarsi di moderni strumenti per l’adesione al nuovo paradigma di mobilità.
I vantaggi ottenuti nell’introduzione di una piattaforma di car pooling sono legati al minor impatto ambientale personale e/o aziendale che l’utente ha durante i suoi spostamenti.
La riduzione delle emissioni di CO2 può essere calcolata in modo da determinare l’impronta ambientale individuale o aziendale.
Per il car pooling aziendale il miglioramento ambientale può essere incentivato tramite leva fiscale, riconoscendo premi ai propri dipendenti. Inoltre, il car pooling rappresenta uno degli strumenti più utilizzato dai Mobiltiy Manager (che ora diventano obbligatori per le azienda con più di 100 dipendenti in comuni con più di 50.000 abitanti) come azione introdotta tramite i PSCL (Piani di Spostamento Casa Lavoro).